Nell’Aprile 1945 le forze alleate lanciarono un’offensiva lungo l’intero fronte e riuscirono a penetrare nella pianura padana. Finalmente il territorio favoriva gli Alleati, in particolare la V Armata americana, che poteva sfruttare appieno la rapidità di manovra e di azione delle unità a sua disposizione.
All’interno della V Armata, il II Corpo d’Armata aveva il compito di passare il fiume Po e dirigersi verso Verona, per bloccare ai tedeschi le vie di fuga verso il nord, mente il IV Corpo d’Armata doveva dirigersi a ovest.
Le divisioni statunitensi giunsero alle sponde del grande fiume attorno al 24 aprile e si approntarono ad attraversarlo. La maggior parte dei ponti era distrutta e grandi quantitativi di mezzi e materiali tedeschi giacevano abbandonati dal nemico in fuga.
Dal 24 aprile le unità affrontarono l’attraversamento del fiume, senza incontrare eccessiva resistenza. Dai punti di partenza di San Benedetto Po, Ostiglia e Sermide la 10ma divisione di montagna sulla sinistra si diresse verso Villafranca, per conquistare l’aereoporto, le divisioni 88ma e 85ma si diressero verso Verona e la 91ma divisione si occupò di proteggere il fianco destro e mantenere il collegamento con le unità della 8a Armata britannica.
Il 351° reggimento della 88ma divisione, appoggiato da unità corazzate di supporto, fu la prima unità ad entrare a Verona alla mezzanotte del 25 aprile, ingaggiando il nemico, sorpreso dalla rapidità dell’avanzata americana, in un intenso combattimento per le vie cittadine. Il resto della 88ma divisione giunse in prossimità di Verona nelle prime ore del 26 aprile.
La 10ma divisione di montagna, conquistata Villafranca, entrò a Verona da ovest, trovando la città liberata dalla rapida avanzata della 88ma divisione “Blue Devils”.
Il 26 aprile i tre reggimenti della 91ma divisione “Powder River” attraversarono il fiume Po, ponendosi in prossimità dell’Adige nelle vicinanze di Legnago e Bonavigo, un paese poco più a Nord. Nella notte tra il 25 ed il 26 Aprile a Cerea, situata a qualche km ad ovest di Legnago, si svolse un violento scontro tra il 361° reggimento della 91ma divisione ed una colonna tedesca che tentava di penetrare le linee americane e dirigersi a nord.
La 88ma divisione lasciò Verona per dirigersi verso Vicenza, percorrendo la Statale 11. Il 350° reggimento, appoggiato dal 752mo battaglione caccia carri e dal 805mo battaglione carri, attraversò il fiume Adige usando un ponte ferroviario e alle 7:00 del 27 aprile l’intero reggimento avanzava lungo la strada.
Gli altri reggimenti attraversarono l’Adige poco più a sud di Verona e l’intera divisione avanzò lungo uno stretto corridoio costituito dalla statale 11. La 88ma divisione era la punta di lancia dell’avanzata americana nel settore e la rapidità aveva la priorità sulla sicurezza. In queste condizioni, sperimentate anche dalle altre unità americane, era frequente che unità nemiche irrompessero nelle retrovie, bloccando anche a lungo le unità di rincalzo e spezzando, temporaneamente, la coesione dell’avanzata.
Superando San Bonifacio l’avanguardia della divisione, costituita da una task force del 350° reggimento, si fermò alla mezzanotte del 27 aprile a 12 km da Vicenza, per poi riprendere l’avanzata alle prime luci dell’alba.
A sud della Statale 11 la 91ma divisione avanzava proteggendo il fianco destro. All’alba del 27 aprile il 361° reggimento attraversò l’Adige a Bonavigo, mentre il 363° avanzava da Legnago. Il 362° reggimento rimase a protezione delle zone di attraversamento dell’Adige.
Ad Orti, sull’altra sponda dell’Adige, la Task Force George (un battaglione del 362° reggimento, il 755mo battaglione caccia carri ed il 805mo battaglione carri) si mosse verso Minerbe e raggiunse Cologna a metà pomeriggio del 27 aprile, avanzando poi fino a Longare, conquistata la mattina del 28 aprile.
Alle 22:00 del 27 aprile il 2° battaglione del 361° reggimento conquistò Lonigo dopo uno scontro notturno con le forze tedesche. Gli altri battaglioni guadagnarono posizioni vicine a Lonigo, pronti a riprendere l’avanzata il mattino seguente. Il 363° reggimento avanzò lungo la direttrice percorsa dalla Task Force George alcune ore prime, scontrandosi la sera del 27 aprile con unità nemiche che cercavano di bloccare la strada in prossimità di Sossano e all’alba del 28 aprile a Barbarano, località dove proprio la Task Force George aveva ingaggiato il nemico in precedenza. Il 363° reggimento raggiunse Debba alle 23 del 28 aprile.
Il 28 aprile le unità americane della 88ma e della 91ma divisione entrarono a Vicenza . La task force del 350° reggimento, 88ma divisione, fu la prima unità ad entrare in città. I partigiani avevano già conquistato il controllo di buona parte dell’abitato, ma diversi piccoli gruppi di tedeschi opponevano una resistenza fanatica. Dopo le 4 del pomeriggio entrarono a Vicenza da sud la task force George, il 361° reggimento, che aveva attraversato i colli berici, ed il 363° reggimento raggiunse Debba alle 23:45.
Nel frattempo la 85ma divisione rimase a proteggere le retrovie a Verona, pronta come riserva per l’armata americana. La 10ma divisione di montagna si diresse da Verona verso nord costeggiando i due lati del lago di Garda. Le forze tedesche in Italia settentrionale, divise in due zone dalla conquista di Verona, cercarono disperatamente di spingersi a nord per riorganizzare una difesa nelle zone montane. Nonostante la fine del Terzo Reich fosse vicina e la magnifica avanzata Alleata fosse un chiaro segno del progressivo collasso della macchina da guerra nazista, le unità tedesche non rinunciarono mai allo scontro, impegnandosi in continue azioni di interdizione lungo le vie di comunicazione od opponendo forte resistenza nei centri cittadini.
Dopo la liberazione di Vicenza le divisioni 88ma e 91ma dovetteroancora avanzare per massimizzare gli sforzi compiuti fino ad allora. Il successivo ostacolo era costituito dal fiume Brenta e gli obiettivi principali erano Bassano, Cornuda, Feltre ed il passo del Brennero. Cornuda era un obiettivo assegnato alla 91ma divisione, ma gli eventi avrebbero modificato i piani.
Il 350° reggimento avanzò verso San Pietro in Gu, conquistando il paese con il 1° e 3° battaglione, e Grantorto , occupato dal 2° battaglione, raggiungendo queste posizioni al tramonto del 28 aprile.
Alle 5:20 del 29 aprile un violento contrattacco tedesco, condotto utilizzando mezzi americani catturati dai tedeschi, spinse le unità americane attorno a San Pietro in Gu indietro, fino nel centro del paese, dove l’azione venne arrestata e respinta. Durante questa azione i tedeschi riuscirono a catturare alcuni soldati americani.
Il fiume Brenta fu attraversato dalla 91ma divisione in prossimità di Fontaniva . L’operazione si rivelò particolarmente difficile a causa del terreno cosparso di mine e delle attività di disturbo organizzate dal nemico.
La Task Force George assicurò il guado sul Brenta che permise al 361° reggimento di oltrepassarlo alle 14:30 del 29 aprile, posizionandosi a difesa della zona. Alle 12:00 la Task Force George avanzava rapidamente passando attraverso Fontaniva.
Il 361° reggimento avanzò lungo la statale 53 verso Treviso, conquistando nel pomeriggio del 29 aprile Cittadella (3° battaglione) e Galliera (2° battaglione). Al tramonto il 3° battaglione giunse al limitare di Treviso, dopo intensi e confusi combattimenti lungo la statale 53. Il 363° reggimento si mosse da Debba, dove era rimasta in attesa, avanzando verso Treviso lungo una direttrice spostata più a Nord.
Rossano fu liberata dal 1° e 2° battaglione del 363° reggimento alle 06:00 del 30 aprile, Riese poco più tardi e Caselle nel primo pomeriggio. Il 3° battaglione giunse per primo a Trevignano nel pomeriggio.
I reggimenti della 91ma divisione si ricongiunsero attorno a Treviso il 1 maggio. Le unità di ricognizione della divisione furono inviate a Montebelluna, dove gruppi di partigiani comunicarono l’intenzione di diversi ufficiali nazisti di arrendersi agli americani. Nel paese furono catturati ben 1300 ufficiali e soldati nazisti.
La resistenza incontrata lungo la statale 53 dalla 91ma divisione aveva reso necessaria l’avanzata della 88ma divisione verso nord, per raggiungere al più presto le Dolomiti ed impedire l’afflusso di soldati tedeschi verso le zone montuose a nord. Qui il nemico poteva opporre una solida e pericolosa difesa e ricreare le medesime condizioni che avevano reso così difficile l’avanzata Alleata durante i mesi precedenti.
La 88ma si mosse quindi verso Bassano. Il 351° reggimento raggiunse le sponde del fiume Brenta in prossimità della città ed il giorno seguente attraversò il fiume in forze. Il 30 aprile il 350° reggimento si posizionò a difesa del fianco sinistro: Dueville fu liberata dal 2° battaglione, Sandrigo dal 3° battaglione e Marostica dal 1° battaglione. In questo modo la strada tra Bassano e Vicenza era assicurata e con il supporto dei partigiani furono liberati diversi paesi nelle vicinanze.
Le rapide colonne della 88ma divisione si divisero a Bassano per chiudere in una morsa le truppe tedesche in ritirata. Il 351° reggimento si diresse lungo la statale 47 in direzione di Trento, mentre il 349° reggimento doveva conquistare Cornuda e poi dirigersi verso Feltre. Il 752° battaglione carri ed il 805° battaglione caccia carri operarono in supporto di queste due colonne.
In seguito alla battaglia di Cornuda, il 2° battaglione del 349° reggimento entrò a Feltre il 1 maggio. Nel frattempo il 351° reggimento incontrò una decisa resistenza a Fonzaso, scontrandosi con un’unità della Gioventù Hitleriana. Dopo questo episodio il reggimento raggiunse Borgo Valsugana.
Il 2 maggio il 349° reggimento giunse a Fiera di Primiero a mezzogiorno. La notizia della resa dell’esercito tedesco in Italia fu notificata tramite i prigionieri tedeschi prima ancora che dalle fonti ufficiali e solo il 3 maggio tutte le unità combattenti furono avvisate.
Secondo un nuovo ordine al comando il nuovo obiettivo per l’intera divisione era Innsbruck, Austria. La 88ma divisione, in particolare il 349° reggimento, fu la prima unità Alleata a unire il fronte mediterraneo a quello europeo, congiungendosi con la 103ma divisione americana proveniente dalla Baviera. Ciò avvenne alle 10:51 del 4 maggio 1945 al passo del Brennero.
Nel periodo successivo alla resa tedesca la zona attorno a Cornuda fu posta sotto il controllo del 338° reggimento, 85ma divisone “Custer”.
I “Blue Devils” della 88ma divisione compirono altre azioni importanti, recuperarono 23 tonnellate dell’oro della Banca d’Italia sottratto dai tedeschi a Roma, inestimabili collezioni d’arte rubate da gerarchi nazisti e fascisti.
Nelle vicinanze di Bolzano fu catturata la famiglia di Heinrich Himmler, capo delle SS ed ideatore della “soluzione finale”, lo sterminio degli ebrei, che forse riteneva di trovarsi in una zona protetta. A Merano il 349° reggimento catturò l’intero staff della radio di propaganda nazista Radio Berlino, la radio dei messaggi radiofonici di Axis Sally, alias Mildred Elizabeth Sisk, una ragazza americana votata al nazismo. Axis Sally era una presenza costante nella vita dei soldati americani, di cui cercava di fiaccare il morale e convincerli a disertare, ma forse più che demoralizzare esasperava i GI e li rendeva più animosi e decisi a finire la guerra con successo al più presto. È particolarmente curioso il fatto che fu Axis Sally la prima a chiamare la 88ma divisione “Blue Devils”, diavoli blu (per il colore dell’insegna della divisione), come titolo dispregiativo. Il nome non dispiaceva ai soldati che lo adottarono ufficialmente.